Linoleografia a lastra perduta
È una tecnica di incisione a rilievo che consente di ottenere delle stampe a più colori utilizzando una sola matrice, invece che dover produrre una lastra diversa per ogni colore.
La linoleografia deriva dalla xilografia, della quale possiamo trovare tracce storiche in Egitto ed ancora prima in Cina. In Europa si diffonde dal Rinascimento con l’ invenzione della stampa a caratteri mobili.
In età moderna molti artisti si cimentano in sperimentazioni varie, anche grazie alla disponibilità di nuovi materiali di origine industriale che si prestano ad essere incisi. Tra questi c’è il linoleum che è composto da segature e olio di lino addensato. Questo viene brevettato nel 1860 e commercializzato come rivestimento per pavimenti.
A fine 800 Gauguin e Munch lavorano con vari legni incisi e stampati a colori ma è Picasso che negli anni 50-60 del Novecento mette a punto questa tecnica trasferendo il proprio studio nell’ officina grafica dello stampatore Hidalgo Arnera.
Lo stratagemma della lastra a perdere, consiste nello stampare ripetutamente e con colori diversi sul medesimo foglio la stessa matrice ma dopo averla ogni volta ridotta in alcune sue zone.
Alla fine del processo sulla lastra resteranno solo poche parti stampanti in rilievo e perciò dovrà essere buttata (perduta).
Nel mio laboratorio eseguo la stampa delle matrici di linoleum col torchio calcografico ma la stessa potrebbe essere operata con macchine industriali tipografiche che inchiostrano meccanicamente la superficie dell’incisione. La differenza tra la versione artistica e quella meccanizzata sta nella possibilità di variare i colori in corso d’opera per ogni sovrapposizione, magari inserendo delle battute a monotipo. In questo modo posso creare poche opere uniche invece che centinaia di copie identiche.
Monotipo
Il monotipo è una tecnica di stampa probabilmente inventata nel 1600 che consente di trasferire su carta una immagine dipinta su una lastra non incisa.
L’utilizzo degli inchiostri calcografici, a base oleosa, consente di operare pittoricamente in svariati modi. Possiamo sovrapporre strati di colore in velature diluite con olii, miscelare delle sostanze magre come sabbie o argille, sfumare i colori in mezzitoni, giustapporre zone con colori ad olio …ecc. Il tutto senza alcuna fretta in quanto i tempi di asciugatura di questi colori sono lunghissimi.
Un sistema che io utilizzo molto nel monotipo è quello ad impronta, dove per mezzo di stoffe, cartoncini e oggetti reali quali fiori e foglie, trasferisco il calco degli stessi per costruire gli scenari e le composizioni delle mie opere.
Calcografie
La calcografia è un’ incisione ad incavo e nasce nel 1400 con l’invenzione del torchio a rulli sovrapposti. Il torchio calcografico sostituisce quello a pressione verticale utilizzato per la stampa delle vecchie incisioni xilografiche a rilievo.
Il torchio calcografico sviluppa molta più pressione di quello verticale e ciò permette di stampare anche le sottili lastre di metallo generalmente di zinco o di rame.
L’incisione calcografica è praticata tramite la morsura procurata da particolari acidi nei quali la matrice metallica viene immersa.
Per esempio se prendiamo una lastra di rame dello spessore di un millimetro circa e la ricopriamo di una vernice bituminosa, otteniamo la preparazione base da cui partire per incidere la superficie con una punta metallica. Con l’immersione nella vaschetta dell’acido percloruro ferrico ogni segno praticato verrà scavato. Successivamente inchiostrata e ripulita in superficie, la lastra si troverà col colore depositato dentro ogni segno.
Nella fase di stampa dovremo sovrapporre una speciale carta di cotone bagnata che grazie all’ elevata pressione andrà a pescare l’ inchiostro in ogni singolo segno, anche il più sottile.
Questa trasformazione di una incisione su metallo in un segno stampato su carta si definisce acquaforte. Esistono inoltre anche l’acquatinta, la ceramolle, la maniera zucchero, la puntasecca, l’ acido diretto, il carborundum e altre tecniche ancora utili ad impressionare la matrice.
La caratteristica principale dell’ incisione calcografica che la rende subito riconoscibile è la particolare raffinatezza dei segni e del chiaroscuro, tramite i quali si manifesta magicamente la sua natura alchemica.